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I maestri artigiani del passato: Tatsuzō Shimaoka_

  • Immagine del redattore: Andrea Moretti
    Andrea Moretti
  • 8 feb 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Immagini dal passato che ci aprono una finestra sul mondo della ceramica tradizionale giapponese.

Grandi maestri artigiani che custodiscono la conoscenza nelle loro mani.

Gli abili gesti non sono mutati negli anni, così come la passione, il rigore e la disciplina dietro questo fantastico mondo.


Un uomo che è diventato un monumento nazionale_


Tatsuzō Shimaoka ( 島 岡 達 27 ottobre 1919 - 11 dicembre 2007) è stato un vasaio giapponese mingei.

Ha studiato presso l'antica bottega del maestro Shōji Hamada, finito il suo periodo di tirocinio divenne lui stesso il secondo tesoro nazionale di Mashiko, in Giappone un titolo importantissimo.

Conosciuto per il suo stile di ceramica "Jōmon zogan" unico, era un maestro e inventore di molte tecniche di decorazione e cottura a fuoco di legna. Durante la sua carriera, Shimaoka ha collaborato e insegnato a diversi gruppi di collaboratori, studenti e apprendisti provenienti dal Giappone e dall'estero.


Nel 1996 Shimaoka è stato designato Ningen Kokuho (tesoro nazionale vivente) dal governo giapponese. Questo onore gli è stato conferito per il suo straordinario contributo all'arte della ceramica.

La ceramica Jōmon zogan di Shimaoka è stata ispirata da due antichi processi. Uno è lo Jōmon, che implica l'uso di seta e altre corde in tessuto, di diverso spessore per realizzare texture che rimangono impresse sulla superficie ceramica.

Mentre lo zogan è un processo mediante il quale vengono intagliati e intarsiati più strati decorativi che vanno a conferire una complessità alla superficie senza appesantirla e mantenendo l'essenzialità dell'oggetto.

Inoltre, Hamada Shoji era noto per aver innovato le tecniche di smaltatura eseguite col sale, che Shimaoka ha appreso e sviluppato a sua volta.

Shimaoka progettò uno dei primi forni noborigama di Mashiko che aveva atmosfere e temperature marcatamente diverse in ogni camera. Fu anche un pioniere nell'importazione di argille dal Giappone verso il resto del mondo.

Il suo noborigama, custodito nel laboratorio nel quale lavorava e viveva, disponeva di camere separate per le varie lavorazioni con articoli coperti di cenere, di carbone ridotto, di resti di frassino, e camere separate per realizzare differenti tipologie di smalti ad alta temperatura, i tradizionali smalti Mashiko come seiji, nuka, kaki e kuro e una camera finale per la glassatura del sale.


Respiriamo il clima di questo tradizionale laboratorio attraverso questo documentario.



 
 
 

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